STUDIO CONFEDILIZIA:
in vent'anni la pressione fiscale sugli immobili è cresciuta
più che su ogni altro bene
LA CASA È
SEMPRE PIÙ "SPREMUTA"
Sforza
Fogliani: per molti proprietari è un bene improduttivo
La pressione
fiscale sugli immobili - la quota, cioè, delle entrate tributarie
complessive derivante dalla tassazione degli immobili - è cresciuta
tra il 1980 e il 1998 più che sugli altri beni. La pressione
fiscale si è cioè spostata notevolmente sulla casa, passando
dal 6,4% (percentuale della fiscalità sulla casa rispetto al
totale) del 1980 all'8,7% del 1998 con una punta del 9,3% nel 1995.
Lo ha reso noto Confedilizia, illustrando i dati
forniti dal proprio ufficio studi, che ha analizzato l'andamento delle
entrate tributarie negli ultimi diciotto anni, confrontandolo con il
livello generale delle entrate. Da tali dati si rileva che il gettito
dei tributi sugli immobili è passato dai 5.141 miliardi di lire
nel 1980 ai 59.600 miliardi del '98, con un aumento del 1.059% in termini
nominali. Nello stesso arco di tempo, invece, il gettito tributario
complessivo è passato dai 79.868 miliardi del 1980 ai 681.568
miliardi del 1998, con un aumento del 753%.
Il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza
Fogliani, ha dichiarato: "I dati riguardanti l'aumento della quota di
entrate tributarie fornite all'Erario e agli Enti locali dalla tassazione
della casa rispetto a quanto richiesto ad altri beni costituiscono una
nuova prova di sperequazione fiscale nei confronti di questo bene. Anziché
proteggere un settore ormai unanimamente riconosciuto come vessato dal
fisco, si è spremuta e si continua a spremere la casa - bene
sovente non produttivo di alcun reddito - più di altri cespiti
che invece sono reali indici di capacità contributiva. Tale risultato
è stato ottenuto chiedendo sempre maggiori entrate dalla tassazione
su base patrimoniale della casa (attraverso l'Ici e attraverso l'Irpef
sugli immobili non locati) e dall'imposizione dei trasferimenti degli
immobili (attraverso l'Iva, l'imposta di registro, le imposte ipotecarie
e catastali, cui si aggiunge l'odiosa imposta di successione). Per non
parlare del trattamento degli immobili affittati, per i quali oltre
la metà del canone nominalmente percepito dal proprietario viene
da questi utilizzato per pagare le relative imposte. Il fatto che, in
percentuale, Stato e Comuni ricavano dalla casa entrate sempre maggiori,
rispetto a quanto prelevano da altre fonti, dimostra quanto sia urgente
quel progetto di riordino della fiscalità immobiliare per il
quale la Confedilizia ha dato di recente il proprio contributo, proponendo
l'istituzione di un'imposta comunale unica sulla rendita dei fabbricati,
affiancata da una tassa sui servizi comunali, ma sul quale il ministro
Visco continua a mantenere un rigoroso silenzio".
Rapporto fra gettito da tributi
immobiliari e gettito complessivo
Anno gettito tributario Gettito fiscalità Percentuale
della totale immobiliare fiscalità
immobiliare sul totale
1980 79.868 miliardi 5.141 miliardi 6,4%
1985 202.217 miliardi 10.971 miliardi 5,4%
1990 366.776 miliardi 23.541 miliardi 6,4%
1995 535.323 miliardi 49.918 miliardi 9,3%
1998 681.568 miliardi 59.600 miliardi 8,7%